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La sala è di costruzione recente e sorge su una Corte dei monaci benedettini.
Risale al 740 il primo insediamento dei monaci nel territorio, più precisamente nel luogo chiamato Corte. Un secolo dopo, 2 maggio 874, sì hanno nuove notizie del possedimento benedettino grazie alla donazione di alcune terre fatta dal vescovo padovano Roerio (o Rosio), di origine francese e ben visto dagli alti vertici carolingi.
La Corte benedettina visse periodi dì estrema floridezza alternati ad annate difficili: gli edifici rispecchiano quest'alternanza e vennero più volte restaurati e ricostruiti. Nel XV secolo il nuovo abate, Ludovico Barbo, promosse numerosi interventi atti a migliorare il sistema delle culture e provvide alla bonifica dei terreni paludosi: il fondo di Maserà fu diviso in diciotto possessioni affidate ad altrettanti coloni; nella Corte, consistente in una casa in muratura con annesse stalle, granai, cantine ed orti cintati, nonché un oratorio dedicato a Santa Giustina, risiedevano stabilmente un monaco-rettore ed un monaco-commesso. Molto diversi erano gli edifici che ospitavano i braccianti: semplici "casoni" di paglia dove viveva la gran massa dei lavoratori, retribuiti a giornate di lavoro.
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